, 26/06/2015 15:27
La notizia (anche con più dettagli) è che il Comune di Pesaro ha deciso di adottare Office365 di Microsoft, abbando OpenOffice che era in uso dal 2011. Non dubito che sia una eccellente operazione commerciale per Microsoft. Ho qualche dubbio che l'operazione sia vantaggiosa per il Comune.
Cosa c'è, davvero, che non va
Mi sembra il solito tentativo di "digitalizzare l'esistente": c'è un problema (l'efficienza della PA) e lo si vuole spalmandogli sopra uno strato di tecnologia. Ma la tecnologia non risolve i problemi, li sposta. Se poi crediamo che l'efficienza della PA dipenda dal tempo che il singolo dipendente impiega a svolgere la sua mansione, siamo sulla strada sbagliata. Rivolgersi alla tecnologia senza un radicale ridisegno dei processi interni (il che significa ridurre il numero degli addetti e dei dirigenti necessari) è perfettamente inutile. L'efficienza della PA dipende dalle procedure e dalle competenze dei dipendenti nell'uso delle tecnologie informatiche. Le procedure sono farraginose per due motivi:- giustificare un organico che verrebbe ridotto da procedure più razionali
- concedere a chiunque sia coinvolto nella procedura il potere di "sveltirla" o rallentarla a piacere
Cosa ci raccontano
Le ragioni che vengono addotte per l'operazione sono le solite di questi casi: contro OpenOffice:- costi (una tantum) inattesi di supporto IT, implementazione e formazione per OpenOffice per €300.000
- perdita di produttività e lentezza dell'implementazione
- integrare funzionalità aggiuntive di comunicazione integrata con Microsoft Unified Communications & Collaboration (condivisione di documenti, riunioni "virtuali")
- riduzione dei costi telefonici e di trasferta
- possibilità di "in linea con il profilo dell’utente epagare per utente in base all’utilizzo"
- "significativo" aumento della produttività.
Caro Sindaco, qualche domanda
- In quale modo sono stati calcolati i costi? Si possono vedere i conti?
- Se il Comune ha avuto 300mila Euro di spese "inattese" passando a OpenOffice, dov'è la denuncia per danno erariale per i dirigenti che a suo tempo hanno avallato l'operazione?
- Se questi costi erano una tantum, ora che sono stati sopportati avremo personale formato con OpenOffice. Da dove nasce l'esigenza di cambiare di nuovo?
- Il Comune si aspetta di "rinnovare i processi". Dove sono il piano e il budget per l'analisi e la revisione dei processi?
- Dov'è il nuovo budget per la formazione? (O si vuol fare intendere che l'impiegato comunale nasce con la competenza Microsoft nel proprio DNA?)
- Dove sono i KPI con cui misurare la produttività dei servizi e dei dipendenti comunali?
- Quali sono i vincoli di servizio (SLA) che il Comune ha imposto a Microsoft per la conservazione e la reperibilità dei dati?
- Quali livelli di sicurezza sono garantiti?
- Quali controlli di accesso?
- Quali tutele per la privacy? Quali garanzie che soggetti non autorizzati possano accedere ai dati?
- Dov'è il piano di audit con cui il Comune verificherà periodicamente le prestazioni del fornitore? È stato predisposto?
- I dati comunali sono soggetti a obblighi di conservazione, in alcuni casi indefinita nel tempo (ad es. l'anagrafe). Come si concilia la conservazione illimitata con l'adozione di un formato proprietario dei documenti? Quali garanzie sono state pretese perché tra, diciamo, 15 anni i dati siano ancora leggibili senza oneri aggiuntivi per l'Amministrazione?
- In quale modo questa operazione favorirà l'adozione di metodiche open data da parte del Comune (quelle sì, alla base di una smart city)?