IWA Italy - International Web Association Italia


Roberto Scano , 28/05/2013 08:54
L'Aie ricorre al Tar contro il decreto Profumo che obbliga le scuole a dotarsi di e-book già dall'anno 2014/2015. Il presidente del Gruppo Educativo dell’Associazione Italiana Editori, Giorgio Palumbo dichiara "Contestiamo i tempi e i modi della diffusione". E continua con un'affermazione che lascia basiti:
"Il decreto Profumo – puntualizza Palumbo – ha introdotto una nuova adozione digitale forzata a dispetto delle autonomie delle scuole e delle stesse capacità tecniche di scuole, insegnanti e alunni ad essere pronti già per l’anno 2014/2015. Costringerà noi editori ad annullare i nostri investimenti e a macerare i nostri magazzini, costituiti in base alla legge dei blocchi delle adozioni e calcolati secondo le ragionevoli aspettative del graduale passaggio al digitale, così come definito dal testo della legge votato in Parlamento”.
Sempre all'interno della dichiarazione stampa, AIE si lamenta dell'aumento dei costi e di una serie di problemi effettivi pure sul settore lavorativo. Ricordiamo innanzitutto agli editori che il passaggio al digitale non è un'invenzione dell'ultima ora, che li trova impreparati. Ricordo innanzitutto che i testi in formato digitale, in particolar modo testo digitale accessibile, devono essere prodotti secondo regole tecniche definite nel decreto ministeriale 30 aprile 2008. Sono quindi cinque anni che gli editori, per i testi che riguardano le adozioni, dovrebbero consentire la fruibilità del testo in digitale ai soggetti con disabilità. Invece a quanto risulta il testo digitale accessibile non viene proprio sviluppato ma si preferisce scaricare la digitalizzazione dell'analogico alle associazioni di disabili le quali svolgono tale attività di riconversione (senza garantire l'accessibilità dei testi) chiaramente a seguito di contributi - in gran parte pubblici. Un testo digitale è comunque un beneficio per tutti: chiunque può estrarre e rielaborare i testi, consente quindi reale approfondimento delle tematiche e non la mera sottolineatura dei testi per "fissare" le informazioni utili. A tutt'oggi vi sono studenti che per poter apprendere i contenuti devono acquisire con scanner i testi cartacei, trasformandoli in testo digitale tramite applicativi di riconoscimento caratteri. Questo è solo uno dei benefici dei testi digitali. Sulle problematiche di presunta mancanza delle tecnologie, vorrei ricordare che materiale didattico-formativo digitale non significa libro di testo in PDF, come spesso accade con gli editori tradizionali. E il testo digitale accessibile si può fare. Come IWA, editori, abbiamo fatto il primo testo accessibile in Italia nel lontano 2004, semplicemente strutturando i contenuti in modo da garantire la generazione di versioni "alternative" accessibili. All'epoca era fattibile, oggi con l'evoluzione delle tecnologie e le specifiche internazionali in materia di accessibilità dei contenuti Web (WCAG 2.0), l'accessibilità nella formazione non è più un'utopia, e pertanto generare testi e materiale formativo accessibile deve essere un requisito essenziale per ogni editore che desidera porre i propri testi all'interno del catalogo delle adozioni. E poniamo pure sul banco il tema dell'IVA dei testi scolastici digitali, per uniformarla con quella dei testi cartacei. Per questo invito i genitori e le associazioni di genitori di effettuare formale diffida sia agli editori, sia ai docenti riguardo l'affido di testi cartacei rispetto a reali testi digitali (non versioni PDF di file di stampa o versioni "chiuse" in pacchetti software che non consentono il riuso dei testi a scopo formativo). E vorrei vedere attivarsi le associazioni di genitori, quelle che solitamente si lamentano per il peso degli zaini, quelle che si lamentano della necessità di acquistare sempre testi nuovi ogni anno... Durante la discussione del decreto crescita 2, ho provato a produrre emendamenti per obbligare gli editori a depositare le versioni digitali accessibili dei testi come requisito per l'adozione dei medesimi ma con pessimo risultato (bocciato in commissione al Senato). Gradirei che qualcuno, nell'attuale parlamento, riprendesse tale impegno per garantire non tanto il rispetto di una legge (legge 4/2004), quanto il rispetto degli utenti con disabilità ed in generale di tutti gli utenti che - grazie al digitale - possono apprendere con modalità qualitativamente superiori rispetto al mero testo cartaceo. Concludo riportando le parole di Betto Liberati (Presidente associazione ANSO - Associazione Nazionale Stampa on Line) pubblicate su Facebook.
Gli editori di "libri di carta" annunciano di ricorrere al TAR contro i decreto Profumo sull'adozione dei libri di testo DIGITALI. Non ce l'hanno con in libri digitali - dicono - ma non piace loro quando e come dovranno essere adottati: pov...eri. Le motivazioni potete leggerle seguendo il link in basso. Una per tutte: i ragazzini delle elementari non avrebbero capacità tecniche tali da renderli pronti all'uso già dal 2014. Chiunque ha figli di 4 anni sa in effetti che non sanno assolutamente utilizzare un iPad. La cosa che mi infastidisce è leggere che "saranno costretti a macerare i propri magazzini". Mia figlia e altri 7 compagni hanno dovuto attendere oltre 2 mesi dall'inizio dell'attuale anno scolastico prima di ricevere 2 libri di testo regolarmente prenotati al termine del precedente anno: il magazzino era vuoto. In più, uno di questi, è arrivato in una versione un pelino differente: con 80 pagine in meno perché l'ultima versione era "finita". Macerare i magazzini? E poi è assurdo avere tutti i volumi in un tablet? Non avere pesi sulla schiena con cui allenarsi? Non poter più dire alla prof di aver lasciato il libro a casa? E alla mamma di averlo lasciato a scuola? La legge prevede l'adozione dall'anno scolastico 2014-2015 e non per tutte le classi. Sono d'accordo con gli editori dell'AIE: bisogna ricorrere al TAR. Dovrebbero adottarlo tutte le classi. E non da 2014. Da ieri.

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